sabato 17 maggio 2014

Tempo perso per amichetti fantasmi


"Ciao!"
"Ciao!"
"Che ci fai alla stazione?"
"Eeeh, mi hanno forzato ad andare a Firenze per vedere uno spettacolo di danza. Aunf..."


È in questo modo che mi risponde la coetanea incontrata alla stazione, mentre si volta a guardar con occhi arresi la madre, che chiacchera con amici.

Che errore, che orrore che vedo!
Ella è una ragazzina che sta un po' nelle sue. A sua madre preme molto il fatto che la figlia abbia tante amiche e sia ben integrata; per questo motivo la trascina a questo e a quell'altro ritrovo per ragazzi. La mamma crede di farle un favore, la figlia perde l'ennesima giornata a guardare uno spettacolo che non le interessa con gente che magari non le sta nemmeno simpatica. Wow, che bell'aiuto. Dopo oggi, chissà quanti amiconi ed amicone si sarà fatta. Come se in un teatro si possa chiacchierare senza esser ripresi da qualche spettatore interessato, qualche sorvegliante o addirittura il proprio genitore! Con quest'ultima opzione entriamo già nel paradossale.

Così viene spianata per la ragazza una strada forzata, sicuramente diversa da quella che naturalmente il figlio avrebbe scelto. Come se io voglio andare a sinistra perché c'è un parco che mi piace tanto e tu mi dici che è meglio la destra, perché c'è una festa bellina bellina, con parecchie giostre e omini a vendere leccornie. Io però mica ti do retta e, finché posso, cerco di andare dove mi va d'andare. Questo finché tu non mi tiri dove vuoi tu, in una strada che devo percorrere solo io, fabbricata o scelta però da un'altra persona. Non dico "l'ha scelta il genitore, allora non va bene": anche se la sceglieva il fratello, la cuginetta, il bidello o il gatto non andava bene. Oh, magari ci azzeccano. Però le probabilità di darci son poche. [Infatti, è dalla seconda elementare che vedo la coetanea che si fa portare qui e lì dai genitori per farsi amichetti. Ed ancora Gnente.]

Quindi, se il figlio non ha voglia di andare laggiù e lassù perché c'è gente che gli sta sul culo o non ha voglia, lascialo fare e non ti preoccupare della sua presunta solitudine. Di sicuro è molto meglio se sta a casa a leggersi il suo bel romanzo o a fare disegnini con i pennarelli. Se vuole degli amici o si sente solo, cerca compagnia senza nessuno che gli stia accovacciato sulla spalla e vicino all'orecchio a spronarlo continuamente.
Credo che non ci sia alcun bisogno di tutte queste false premure. Se uno ha veramente voglia di farsi degli amici se li fa, anche se magari si è un po' strani per "la massa". Dappertutto, vicino a noi, in mezzo allo scemo, a quella che rutta sempre e a quello che se non ti tira frecciatine ti spinge giù per scale, ci sono molte persone piacevoli, più di quanto si pensi! E ribadisco: se veramente si ha bisogno di amichetti si cercano, non  è necessario esser trascinati tutti i santi giorni - e nemmeno a giorni alterni eh - in posti ove l'interesse per l'evento o la situazione scende quasi come la temperatura nella Mesosfera. Anzi, così ci si potrebbe fare pure un'idea sbagliata sull' "io che passo del tempo con altre persone". In quell'assurdo modo si potrebbe collegare ciò ad una cosa irritante e noiosa, che serve solo a perder tempo. Ma non c'è voglia di perder tempo, ne tantomeno tempo per perder voglia.

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