lunedì 2 giugno 2014

Doveri e Felicità

"Voi dovete sempre avere in testa che questo per voi è il periodo in cui dovete faticare e faticare, per poi forse assaporare un giorno da adulti la felicità. Dovete sudarvela, e questo non è certo il periodo in cui bisogna divertirsi."

 Queste sono le parole del nostro preside. Tradotto:
Farsi il culo per la felicità futura oppure non farsi il culo e quindi non essere felici in avvenire?

Da quel che dice,si tratta di vivere un insoddisfacente, o meglio, un pesante, faticoso e stressante presente per poi assaporare in 'futuro' quella felicità che sgobbando dalla mattina alla sera ci saremo in teoria creati, realizzandoci. Ma.. quando arriva questo fantomatico futuro?
Se non mi prefiggo un punto di arrivo, se dico semplicemente "sgobbo per essere felice", quand'è che potrò assaporare questa sudata - e magari meritata - felicità?


Vivendo con la consolazione del "un giorno verrò ripagato per ciò a cui adesso ho rinunciato", per esempio a serate con gli amici, portare avanti i propri hobby o addirittura non aver speso del tempo per attività che aiutano il proprio sviluppo personale, sopprimi la parte di te che vorrebbe assaporare un po' di felicità. Queste frasi del cazzo servono solo a consolarti, a convincerti maggiormente che è per una giusta causa che adesso ti fai il culo - anche se magari non sai Quando né tantomeno Come verrai un giorno 'ripagato'.
In questo modo si rischia di sprecare del tempo - e pure male! - "perché poi un giorno bla bla.." (bla bla perché in fondo nemmeno chi si dice frasi del genere lo sa cosa accadrà di positivo in quell'ipotetico e fintissimo presunto 'giorno'). Penso che ripetendosi frasi del genere si ottengano meno risultati, o quanto meno, di scarsa qualità.
Credo che sia più sensato vivere il presente, sgobbando e gioendo, pensando anche al futuro e decidere in base a ciò che si ha in mente di fare nei prossimi 5, 10 o 20 anni - come per esempio può fare un anziano che amministra i suoi affari basandosi sulla sua futura morte.
Così facendo si ha un punto di arrivo, un obbiettivo. Con esso non si rischia di impegnarsi a fondo in qualcosa perché-poi-non-lo-so-nemmeno-io-cos'è-che-un-giorno-otterrò, è inoltre possibile prefiggersi fin da subito una scadenza e darsi da fare per questo preciso scopo. Penso che sia estremamente importante sapere perché si sta svolgendo un impegno.
Quindi, non scordarsi mai che i due aspetti 'fatico e con la felicità mi delizio' dovrebbero sempre coesistere.

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