venerdì 26 dicembre 2014

Perle scolastiche 2

Eccolo, il secondo articolo sulle perle scolastiche! (Se ti sei perso "Perle scolastiche 1", clicca qui.)


"Per non smentirsi mai".


10) Alunno1: "Oddio, noo, ora c'è il compito di fisica! Non mi ricordo niente! E guarda, c'è pochissima gente! Ma cavolo però!! Non c'è nemmeno Ciccio!"
Alunno2: "Va bhè, ti dispiace solo perché lui è bravo e fa copiare?"
Alunno1: "Eh, si, va bhè.. anche per quello, ma non è giusto, non c'è quasi nessuno! Io non lo voglio fare il compito!"
3 minuti dopo..

mercoledì 24 dicembre 2014

Citazioni: usa la logica!


Pochi giorni fa ho letto su Facebook due citazioni che mi hanno fatto riflettere un pochino, e mi hanno spinto a dare un consiglio a tutti i condivisori assidui di citazioni..

1) "Meno sai e meglio stai."

Se questo "Meno sai" è riferito alle nozioni, beh, certo, studiare può essere pesante e noioso. Vuoi mettere giocare ad un videogioco invece di studiare? Non c'è confronto.
Certo. Per le capre, non c'è confronto.  Risparmiate pensieri tipo "tanto a che serve?", o "io non ho mica bisogno di risolvere le equazioni per vivere!".
Il sapere eleva.
Perché il sapere eleva, chiedi? Perché ti da la possibilità di intraprendere nuove strade. E non sto parlando di strade che ti portano al castello incantato di Fantalandia sulle Nuvole Splendenti. Vuoi un esempio concreto perché non ci credi? Eccotelo:

sabato 15 novembre 2014

Lavoratori incapaci

 "La tavola periodica è uno strumento... importante. Diciamo che è una tavola." cit. Prof di chimica.

Terrificante, vero?
Certamente non tutti i professori sono incompetenti. Però alcuni si. E fanno disperare. Di fronte a certe illuminanti spiegazioni noi alunni ci ridiamo su.. Ma solo per non piangere.
Quando ci siamo lamentati dell'incompetenza di uno o più professori ci è stato detto "Ragazzi, ci sono insegnati più competenti ed altri meno. E se vi capita quello meno competente, non è un male. La scuola è bella proprio per questo: è varia!"
Oioi.
Mi vengono in mente le maestre delle elementari che ci dicono che "il mondo è vario", per cui dobbiamo sopportare anche le persone che non ci stanno simpatiche. In tema a bestia, insomma... Ma qui non si tratta di sopportare l'irritante comportamento di una persona, anche se magari il professore in questione non è proprio un simpaticone.

"Nel mondo moderno l'attività lavorativa viene esplicata con l'esercizio di un mestiere o di una professione e ha come scopo la soddisfazione dei bisogni individuali e collettivi." (Wikipedia)
 

martedì 28 ottobre 2014

Perle scolastiche 1


Eeeeh, la scuola.
Da tanti sento dire che "la scuola non è più quella di una volta".
E secondo me questi 'tanti' hanno proprio ragione.
Siamo quasi tutti un po' capre, qui dentro - io compresa, eh.
La scuola affonda irrimediabilmente e va giù, giù, sempre più giù in quella densa, appiccicosa e contagiosa stupidità... Ma a volte non si ferma a questo. Non ce la fa. E sprofonda ancora più giù, arrivando all'assurdità. E diamine, quanto ci sguazza volentieri, nell'assurdità. Ci sguazziamo tutti, professori ed alunni.
In questi pochi mesi di scuola io ed un mio amico ci siamo appuntati un po' delle perle che sempre sforniamo con piacere. Inizio col trascriverle in questo primo post, per rendervi partecipi della nostra (delirante) realtà quotidiana.

1) Guardando un film sul razzismo..
I personaggi del film.. "Allora, come sta?"
"È paralizzato dalla vita in giù.."
Compagna di classe: "Ma ci può ancora giocare a football, giusto?"

lunedì 22 settembre 2014

Rifare il letto - un consiglio per i genitori

Tutti odiano farlo.
Noi adolescenti lo odiamo. E anche voi genitori.
Non si salva nessuno.

Non c'è un motivo preciso per cui non piaccia farlo, visto che si tratta solo di una manciata di minuti. Ma comunque sia, nessuno ha voglia di rifarsi il letto, se non è in buona compagnia.
I discorsi tipo:

"Su, rifai il letto."
"Ma non ho voglia, sono stanco. Guarda che noi giovani andiamo a scuola, ci sfondiamo di sport ed uscite.. dai, fallo te."
"Eh, cosa c'entra? Noi lavoriamo, siamo più stanchi noi adulti!"
"Ma noi studiamo!!"
"E NOI LAVORIAMO!"
"E NOI STUDIAMO!!" non vogliono dire assolutamente niente. Proprio GNENTE. Gli adolescenti vanno a scuola, certo. Gli adulti lavorano, per fortuna. Ma che c'entra con il letto? Se proprio sei stanco, sottolinea questo, non che lavori.

Quindi smettila. Non glielo dire più che si deve rifare il letto. Tuo figlio lo sa già. Ma non gliene importa niente.
Caro genitore, è tempo di rivelarti un utile consiglio per far in modo che anche il tuo figlio adolescente inizi a rifarsi il letto da sé.
L'ho testato personalmente, e ahimé funziona.
Eccolo qui:

martedì 22 luglio 2014

Far cambiare idea ad un adolescente



Vostro figlio o vostra figlia stanno facendo o faranno a breve qualcosa di sbagliato, molto probabilmente. E s'intende "qualcosa di sbagliato" secondo vostro punto di vista. (È in blu, così tutte le volte che c'è la parola 'sbagliato' rileggere la frase appena detta. O tantomeno, la ricorderete.)

Cosa fanno molti di voi per far cambiare idea al proprio figlio?
Creano divieti.

Non andare in palestra, non uscire con i tuoi amici, non andare in bicicletta, non andare al parco, non usare il motorino, non stare al computer, non fare questo, non fare quell'altro.. I casi sono due:

1) Arrivate ad avere il vostro figlio adolescente 24h su 24 chiuso in casa a guardare l'albero nel giardino o, se non ha un giardino, a guardare le nuvole, il cane o il muro.


giovedì 10 luglio 2014

La preoccupazione che scatena in voi fantasticherie


Ho ritrovato questo piccolo commento di Bubà-versione-incazzosa di qualche mese fa.


La diceria che crescendo si perde la fantasia di fanciulli, credo che sia una cazzata. Non si perde.. si trasforma. Guidati da un'angosciante preoccupazione, annoiati o arrabbiati per chissà cosa vi perdete in assurde fantasticherie, ed ora è come se gli asini volassero e le mucche parlassero. 
Eppure voi siete coerenti ed equilibrati, calmi.. "nel giusto".
Ma ci prendete per il culo? (Sì, è una domanda retorica.)







domenica 6 luglio 2014

Libertà adolescenziale e contraddizioni genitoriali

"La tua libertà finisce quando inizia la mia e viceversa. Tu hai il diritto di avere tutti i desideri che ti pare, ma è anche vero che io ho il diritto di esprimere la mia opinione."


Certo, io ho il diritto di desiderare ciò che voglio e tu hai il diritto di avere ed esprimere la tua opinione. Chiaro.
Ma allora perché, nonostante le nobili frasi tipo "La mia libertà finisce quando inizia la tua" che spesso le  maestre e voi genitori ci spiattellate, per noi non vale? Con quell'affermazione sembra che mettiate nello stesso piano la vostra libertà di genitori e la nostra libertà di adolescenti. Se in realtà non è così allora siate più chiari, diamine. Mica siamo tanto diversi da voi: a nessuno piace sentirsi dire cazzate, adulti o adolescenti che siano.

Come dice un mio amico, parlare di questo è quasi legalmente errato: essendo minorenni senza un adulto non possiamo neanche usare le forbici a meno che non siano con la punta arrotondata, altro che libertà.

lunedì 2 giugno 2014

Doveri e Felicità

"Voi dovete sempre avere in testa che questo per voi è il periodo in cui dovete faticare e faticare, per poi forse assaporare un giorno da adulti la felicità. Dovete sudarvela, e questo non è certo il periodo in cui bisogna divertirsi."

 Queste sono le parole del nostro preside. Tradotto:
Farsi il culo per la felicità futura oppure non farsi il culo e quindi non essere felici in avvenire?

Da quel che dice,si tratta di vivere un insoddisfacente, o meglio, un pesante, faticoso e stressante presente per poi assaporare in 'futuro' quella felicità che sgobbando dalla mattina alla sera ci saremo in teoria creati, realizzandoci. Ma.. quando arriva questo fantomatico futuro?
Se non mi prefiggo un punto di arrivo, se dico semplicemente "sgobbo per essere felice", quand'è che potrò assaporare questa sudata - e magari meritata - felicità?

sabato 17 maggio 2014

Tempo perso per amichetti fantasmi


"Ciao!"
"Ciao!"
"Che ci fai alla stazione?"
"Eeeh, mi hanno forzato ad andare a Firenze per vedere uno spettacolo di danza. Aunf..."


È in questo modo che mi risponde la coetanea incontrata alla stazione, mentre si volta a guardar con occhi arresi la madre, che chiacchera con amici.

Che errore, che orrore che vedo!
Ella è una ragazzina che sta un po' nelle sue. A sua madre preme molto il fatto che la figlia abbia tante amiche e sia ben integrata; per questo motivo la trascina a questo e a quell'altro ritrovo per ragazzi. La mamma crede di farle un favore, la figlia perde l'ennesima giornata a guardare uno spettacolo che non le interessa con gente che magari non le sta nemmeno simpatica. Wow, che bell'aiuto. Dopo oggi, chissà quanti amiconi ed amicone si sarà fatta. Come se in un teatro si possa chiacchierare senza esser ripresi da qualche spettatore interessato, qualche sorvegliante o addirittura il proprio genitore! Con quest'ultima opzione entriamo già nel paradossale.

giovedì 15 maggio 2014

"Quello che voglio io"

"Vuoi venire a concimare il campo della nonna con me?"
"No babbo, non ho voglia."
"Eh, ma avevi detto che se lo chiedevo 'per favore' ci venivi!"
"Ma non me l'hai chiesto per favore. Ed io non ti avevo promesso niente del genere."
"Allora, PER PIACERE, ci vieni?"
"No, ti ho detto che non ho voglia."
"Eh, ma allora vedi che non fai mai quello che voglio io?"
Mi  sembra ovvio: dobbiamo fare ciò che dici tu, punto. Alla fine l'amichevole richiesta si trasforma in un 'o ci vieni, o ci vieni'.
Come se fossimo cani, che se gli fischi e non ti vengono incontro ti alzi, li prendi in braccio e li metti dove vuoi tu.

giovedì 17 aprile 2014

Gemella dimentica

Oggi mia sorella gemella eterozigota partiva per un'uscita scout.
Le avevo chiesto di portare la cassa d'infermeria alla squadriglia di cui ho fatto parte, rimasta a me per sbadataggine e dimenticanze.
Lei distrattamente mi dice che è disposta a portarlo, un poco immersa nell'insicurezza del viaggiatore che parte, con pensieri simili a "Ma ho preso tutto? E se ho dimenticato quello a casa come faccio? E' tardi o è presto? Forza, chi ha un orologio?! Ma dove avevo messo lo spazzolino?.."
Io però ancora non mi ero resa conto che lei stava per partire. Probabilmente perché il tempo passa sempre più velocemente, ed ancora non mi sembrava possibile essere già nelle vacanze pasquali.
Lei, silenziosa e frettolosa se ne va, accompagnata dal fratellone. Nemmeno un saluto ha farcito quella svelta uscita. Ma io, ancora, mica me n'ero resa conto. Sono andata fuori a cercare un po' di sole, che magari poteva farmi compagnia mentre facevo inglese.

mercoledì 16 aprile 2014

"È per il tuo bene"

"E' per il tuo bene. Da grande capirai."
Non siamo mica patate lesse! E anche se fossimo...questa è solo una patetica scusa per farci fare ciò che gli adulti vogliono. Oggi è capitato un episodio che mi ha fatto rimanere un po' male: a judo ho detto al mio istruttore:

"Ma io le gare le voglio fare."

"Eh, ma tanto non le fai.."
"Perché?"
"Perché non comandi te."


Mi ha fatto rimanere di sasso, spiazzata. Questo perché effettivamente è come ha detto lui. Non sono io a deciderlo. Io non posso fare le gare "per il mio bene", solo che adesso non posso capire; ora come ora non mi posso rendere conto di niente. Grrrr, che nervi.

Mettiamo che quella che ho detto all'inizio sia solo un'assurdità, diamo adesso per scontato che gli adulti abbiano ragione: almeno dimmi il motivo per cui la cosa in questione è "per il mio bene". Dato che si tratta di me, ho il completo diritto di sapere la motivazione! O mi lasci direttamente in pace - cosa improbabile, so - oppure mi dici il motivo. Per esempio, quando ho chiesto il motivo per cui non posso fare le gare, non sapevano in che modo rispondermi. C'è stato solo un lamentoso "Eeeeehm...", come quelli nelle interrogazioni dove non hai studiato un tubo e cerchi disperatamente di trovare un argomento su cui sai dire qualcosa in più del titolo.
Però attenzione...

domenica 6 aprile 2014

Cattivi ribelli

Tutti gli adulti dicono che l'adolescenza è il periodo della ribellione.
Ripeto...della ribellione. Parolone inutile che serve agli adulti a giocare ai piccoli psicologi della domenica. Un po' come quando sono diventata vegetariana, che immediatamente erano tutti nutrizionisti.
Noi adolescenti siamo solo piccoli sognatori; magari a volte un po' troppo fantasiosi o ambiziosi, ma tutti, dal più pigro al più agitato, abbiamo una grande voglia di sperimentare e fabbricare da soli ognuno la propria strada, il proprio futuro. Vogliamo poter arrivare un giorno e dire, fieri: "Ecco...questo è tutto ciò che mi sono costruito, seguendo i miei sogni più veri di bambino che, crescendo, sono piano piano maturati fino a portarmi qui, dove sono adesso."
Camminiamo ognuno verso il proprio percorso di crescita e di ricerca d'indipendenza con omogenea continuità. Tutto questo senza affrettare troppo i tempi. Abbiamo sempre quel sereno pensiero in testa che dice "Tanto ancora ho tutta la vita davanti!"; non ci corre dietro nessuno...solo il genitore in crisi.

sabato 5 aprile 2014

Nessuno è nato imparato


A volte è veramente snervante essere minorenni.
Tutti i grandi che ci ripetono "Macché snervante! Io, se tornassi alla tua età sarei spensierato, mica come adesso, con i mille pensieri del lavoratore e del genitore..."
È proprio questo il punto. Non ci lasciano la libertà di fare nulla, se non "essere spensierati". I ragazzi studiano, possono fare sport, suonare o dipingere e, se lo meritano, il fine settimana escono con gli amici. Stop. E, ohoh, quasi dimenticavo...pure per fare queste cose ci vuole il consenso dei genitori. Anche per suonare uno strumento. Se babbo o mamma credono che ciò sia una perdita di tempo, te lo strumento non lo suoni. Lo stesso, parlando di un'attività sportiva (per esempio il judo) che insegna il rispetto per se stessi e per gli altri. Se i signori dei piani alti dicono che quello non è uno sport adatto ad una femmina, ella non lo fa.
Il fatto è che non puoi decidere, devono decidere i tuoi genitori per te. E credo che sia una tremenda ingiustizia.
"È per proteggervi", dicono. "Tu ancora sei troppo piccola e non hai le capacità per decidere da sola", mi sento dire.

giovedì 3 aprile 2014

Minorenni, adulti e scelte

A cena, una delle poche volte in cui non mi sono azzardata ad accendere la Tv (trabiccolo assordante purtroppo intriso di panzane e programmi per stordire anche i meno sprovveduti), mentre pappavo una deliziosa mela mi sono soffermata a pensare ai miei genitori. Da lì, i pensieri hanno girovagato passando nella via dei disaccordi, fino ad arrivare alle scelte che io, minorenne, posso e non posso fare. Da ciò, un piccolo disappunto è salito.
Mi è venuta in mente la parola "tutela" che, parlando di minorenni, a parer mio viene abusata pazzescamente. Io non posso prendere da sola alcune decisioni per essere protetta. (Non ho nemmeno il diritto di iscrivermi da sola alla biblioteca, sempre per "tutela".) E' un freno a mano che purtroppo mi sembra ormai bloccato. Questa difesa, che in teoria ci dovrebbe spalleggiare, ci rende le cose molto più difficili, ci toglie la capacità di fare da soli un passo avanti. Nel contempo, ci imbottiscono di nuovi metodi per non farsi fare del male dai "grandi cattivi".
Eppure, tutti i giorni al telegiornale si sente di stragi; i genitori che ammazzano i figli per problemi economici, il vecchietto che "voleva solo giocare" con una bambinetta o il ladro che toglie la vita ad una famiglia per cento euro.
Cari miei adulti...ma non vi viene nessun dubbio? Non c'è una certa perplessità che animatamente vi punzecchia la mente? Secondo voi, che senso ha frenare noi per "tutelarci" (maremma quanto infastidisce 'sta parola) ed invece non fare niente di sensato, coerente, per il vero problema? L'unica cosa che fanno è mettere divieti. Ma più una cosa è proibita, più la si cerca.

domenica 30 marzo 2014

Ipocrisia e sub immaginari

Ieri sono andata a concludere ufficiosamente gli scout, perché erano diventati solo una perdita di quel tempo per me così prezioso e perché, pur sapendo che sono vegetariana (e vorrei diventare vegana), mi mettevano animali morti dappertutto. Per il secondo motivo, avrei potuto chiudere un occhio mangiando in bianco. Ma, per l'amor del cielo, non sia mai! Così  "manco di rispetto a chi cucina per me". (Parole testuali del mio ex capo, seguite da "Eh, ma guarda, anche io evito di mangiare la carne e ho molto rispetto per tutti gli animali". Il tutto, mentre biascicava paste al ragù e piselli con pancetta.)
Ecco l'episodio così intriso d'ipocrisia da parte sua che non ha fatto traboccare il vaso...l'ha rotto.
Chiedo ad un ragazzo: "Cosa c'è nelle paste?"
"Salcicce, pomodoro e formaggio."
"Ah, allora non importa, aspetto il secondo."
Arriva il capo, che dice "No no, sono paste veg! C'è solo passato di pomodori, aglio e olio!"
Al che, lui replica "No, ci sono anche le salcicce. Vedi?"
"No, non ci sono mica!"
"Sì invece."
"Ma il sugo l'ho fatto io, fidati!", con tanto di occhio strizzato.
Dopo qualche battuta fra il capo ed il ragazzo che benevolmente difendeva i miei ideali e rispettava la mia scelta,  il capo dice rivolgendosi a me

mercoledì 26 marzo 2014

Detto fatto

In quest'ultimo periodo, momento in cui una persona a me cara mi ha influenzato molto vita e modo di pensare, mi sono resa conto che, al contrario di come sempre mi avevano detto, i fatti esistono, dietro alle tante parole.
Fin da pulcina curiosa, ho sempre sentito gli adulti dire che è facile parlare e che, alla fine, è quasi impossibile realizzare effettivamente qualcosa. La cosa in questione è fare una torta, diventare vegano, fare un viaggio, iniziare a dipingere una tela enorme, cambiare una lampadina o aiutare un animalotto?
"Guarda che ancora sei piccola", "Ma queste sono cose i ragazzi non fanno", "Impossibile", "Ma è complicato sai. Mica ce la puoi fare, da sola." erano le parole che più accompagnavano ogni mia idea, anche se magari era un assurdo o un po' insensato desiderio di bambina.

Ma, vi dico...nonostante tutte quelle vuote parole che purtroppo mi avevano convinta fermamente che io ero incapace, piccola o inadatta a rendere materiale ogni mia idea e desiderio, c'è chi, forse involontariamente, mi ha dimostrato che quelle parole non avevano alcun fondamento.