martedì 1 settembre 2015

Il parente consigliere frustrato

Con questo articolo voglio essere vicina ai molti ragazzi e ragazze che, apparentemente senza averne colpa (almeno in questa vita), si trovano a convivere con una piaga umiliante e debilitante… perché solo chi ne è colpito capisce quanto è pesante doverla sopportare, se non si ha una precisa strategia per farlo.
Questa piaga è il parente consigliere frustrato, di seguito PCF.

Il PCF è un parente adulto che si lamenta perché i suoi consigli non vengono seguiti dal figlio / nipote / fratello minore.
Il PCF si riconosce perché non comprende due fatti. Uno è facile, e stranamente non compreso dal ragazzo, e uno difficilissimo, non compreso dal PCF, e quindi di sicuro irrisolvibile.
Quello facile non compreso dal ragazzo è: tu, ragazzo, non capisci che il PCF ti dà i consigli perché ti vuole bene. Quindi sono validi. E ciò nonostante non li segui. Eppure per altre cose sembreresti intelligente. Strano che tu non capisca!
L’altro fatto, quello difficile, difficilissimo, che lo stesso PCF si dichiara incapace di comprendere, si collega alla precedente esclamazione: com’è possibile che tu, ragazzo, segui i consigli delle persone esterne alla famiglia, di cui non sai se potresti fidarti, ma non segui quelli delle persone che di sicuro ti dicono le cose per il tuo bene? Mistero.

Come dicevo, ragazzo, o ragazza, è per esser vicina a te che scrivo questo articolo… ma la sua lettura è destinata soprattutto agli stessi PCF, perché fra poche righe…
il mistero sarà svelato
e un’assodata verità sarà ribaltata sbudellata smentita come nei riti delle peggiori sette sataniche.

Tu, PCF, gran prestigiatore in grado di far comparire animali razzolando fra i coriandoli o generare dati affidabili razzolando fra le tue ansie, tiri fuori dal tuo cilindro un amorevole puro candido come la neve coniglio consiglio per il bene supremo del ragazzo che ti sembra così duro di zucca.
Cosa ci sarebbe di sbagliato in tutto questo?
Niente, se i giochi di prestigio fossero magia. Se un principe necrofilo potesse svegliare una morta avvelenata baciandola. Se chi supercazzolizza sulla forza onnipotente dell’amore avesse ragione.
Ma PCF, non è così. Perciò il tuo sogno di glorioso addomesticatore venerabile insegnante angelico salvatore del tuo giovane parente, è giusto voli via, libero come una tortora, avendo tu torto, ora.

L’hai capito capitombolo inciampando sulla super-notiziona:
voler bene non significa essere esperto di qualcosa, e cioè essere in grado di dare un buon consiglio.
Proprio perché sei ansioso per le possibili scelte sbagliate di qualcuno, dovresti astenerti dal dire cose a caso e non metterci mano, se non sai di cosa stai parlando. Ok la paura che lui sbagli, ma che dire di te? Sii onesto. Se non sai, devi aver paura a fare peggio. Non dar consiglio al figlio, sii coniglio. Documentati. Interroga un esperto. Ragiona al di fuori della tua piccola esperienza, o della tua esperienza avuta in passato, in un mondo che oggi non è più lo stesso e funziona diversamente.
Zitto, o al massimo dì il tuo umile parere, e che sia umile per davvero, se non sai un bel niente. Altrimenti il bel niente diventa un orribile niente. Accade quando, pur non sapendo, t’improvvisi medico, economista, esperto di ciò che è eticamente giusto o sbagliato. E spari la cazzatona senza paura, a diritto, convinto come sei che c'hai la verità come in convento di Maria le suor son di verginità.
No, no… Non lo fare più.
Fa che diventi solo un brutto ricordo, quando esprimevi il tuo parere dicendo “vai vai, poi non segui i miei consigli e ti trovi male”, sapendo che se il tempo ti avrebbe dato torto nessuno ti avrebbe punito per la gufata da mal di stomaco che ti sentivi libero di mescere, godendoti il consenso degli altri parenti come un astrologo che lavora in RAI prende i quattrini dei contribuenti in cambio delle sue trashate.
Parli al ragazzo non per gratificare il tuo ego, ma per il suo bene? Ricorda che non è bene, ma male, malissimo, fare alla tua età ricatti morali come un bambino viziato. Tipo:
“Eh, alle persone di fuori gli dai retta. A tutti tranne che a me”.
“Mi avessi dato retta una volta. Dico una volta, oh!”
“Non mi dai retta perché hai qualcosa contro di me”.
“Non mi dai retta perché tu per principio vuoi fare sempre il contrario di quello che ti dico io”.
A proposito di queste bizzette, forse il ragazzo che vorresti plasmare a tua immagine e somiglianza forse ha già tentato di farti capire alcune cose che però ti sono entrate di lì e scappate di là (nel senso delle orecchie, delle orecchie), e che magari se vedi qui scritte hanno una maggiore probabilità di lasciare una qualche ombra di ricordo nella tua testa. Apri bene gli occhi e leggi ciò che il ragazzo forse si è stufato di dirti:
- Sì, ha perfettamente senso non dare retta a te che mi vuoi bene e dare retta invece a una persona esterna alla famiglia, che non prova particolari sentimenti per me. Ha senso quando tu sei un amorevolissimo ignorante e presuntuoso mentre la persona esterna è esperta dell’argomento.
- Molte volte ti ho dato retta. Ma tu ricordi solo gli episodi in cui scelgo di non farlo. Non è un problema mio, e non è un problema del rapporto fra me e te. È un problema tuo. E cioè hai un brutto carattere. Se vuoi rimanere così, sappi che ciò farà soffrire te e non farà cambiare me.
- No, non ho qualcosa contro di te. Anzi, adesso che me l’hai detto, ma solo adesso che me l’hai detto, sì, ho qualcosa contro di te: mi rimane indigesta questa tua coda di paglia, che non me la sento neanche di dire con sicurezza sia in buona fede.
- Come si deduce da quanto sopra, no, non è che voglio sempre fare il contrario di ciò che dici tu per principio. Ma anche se così fosse, una reazione adeguata sarebbe chiedersi il perché e mi farei un esame di coscienza, dato che hai scelto di avere un ruolo educativo nei miei confronti. Mica si risolve un problema lamentandosene. Anzi, se un qualche effetto ottieni in questo modo non è certo aumentare la voglia di ascoltarti.
Insomma, a te pare sensato seguire i consigli sull'alimentazione da un babbo che fa l'insegnante di lettere, o i consigli sulla gestione del tuo patrimonio finanziario da parte di tuo zio che di mestiere fa l'autista, o i consigli sulle relazioni interpersonali da una mamma che non sa citare neanche una persona con cui va d'accordo, e che ha maturato l'idea che la gente è tutta imbecille e non c'è da fidarsi di nessuno?
"Gli do retta perché gli voglio bene" o "È mio babbo/mia mamma a dirmelo" sono giustificazioni sane solo se hai al massimo 11-12 anni.
In ogni caso, il fatto che i consigli vengano dai tuoi genitori, e il fatto che vuoi loro bene non mi pare un buon motivo per mettere a rischio la tua salute, le tue amicizie, il tuo futuro finanziario e lavorativo, etc.
Testimonianza mia, ora.
Mia esperienza, che mi ha svegliato dal rincoglionimento che albergava in me qualche tempo fa, quando mi accontentai dei consigli provenienti dalla parentela e non dalla competenza.
Io faccio judo da quando avevo 9 anni. All’età di 11 anni iniziai ad accusare dolori alla schiena. Non so se per non spendere o per la convinzione che non fosse nulla di grave, i genitori non mi avevano hanno fatto fare alcun controllo, adottando la strategia “aspettiamo, vedrai che prima o poi passerà”. Ma i dolori continuavano. Dopo qualche anno, l’unica idea che venne loro in mente per farmi passare il dolore fu inventarsi che era colpa del judo. E così mi fecero smettere di praticare lo sport che tanto amavo!! Chiaro, non lo fecero per sadismo, ma certo con grande leggerezza. Leggerezza che purtroppo un sacco di non-esperti, compresi purtroppo genitori e parenti più grandi vari non si rendono conto di avere, convinti fino all'osso che il loro parere equivalga a scienza infusa.
Dopo le mie grandi insistenze, i genitori hanno finalmente preso appuntamento da un dottore specializzato. Diagnosi: scoliosi. Non era più possibile intervenire col busto perché ero troppo grande. Il judo? Va bene, non è affatto dannoso per la schiena.
Cosa ci ho guadagnato con i super consigli dei genitori? Senza nessun motivo non ho praticato judo per più di 6 mesi.

Riassumendo e concludendo…
Per i PCF:
Assicurati di avere davvero le competenze adeguate prima di dare un consiglio a chiunque, a maggior ragione a una persona a cui vuoi bene. Se comunque non ti dà retta, rispetta la sua scelta, visto che è un suo diritto. E se davvero (non sulla base della tua coda di paglia) pensi che abbia qualcosa contro di te, chiediti il perché.
Per i ragazzi:
Se un PCF ti assilla con i discorsi bizzosi descritti sopra, non cedere alle sue provocazioni. Non tentare di convincerlo che è lui ad avere la coda di paglia, perché in quel momento non ha voglia di convincersene e non lo farà. Oppure lo farà e 3 giorni dopo tornerà a pensarla come prima. Semplicemente, non gli rispondere. O al massimo mandalo su questa pagina.

2 commenti:

  1. Ciao, io non credo che i tuoi genitori non abbiano voluto farti fare nessun controllo per non spendere soldi, altrimenti sarebbe una prova lampante del non-amore e disinteresse nei tuoi confronti (a meno che non siate in gravi difficoltà economiche... ci può stare). Un mio amico, ad esempio, ha ricevuto una diagnosi sbagliata (catastrofica) e da allora suoi genitori non si fidano (quasi) più dei medici. Magari dipende anche da quello.
    Comunque, per finire il noiosissimo pippone, io credo che i PCF mettano bocca su tutto in base alle loro pluridecennali esperienze vissute. Qualche volta ci danno e (molte) altre volte no, è normale. Dopotutto, penso sia intrinseco nella natura di genitore essere frustrato perché ogni padre/madre che meriti questo titolo vorrebbe essere perfetto per crescere il suo figlio nel modo migliore (nonostante non sia MAI in grado di farlo al 100%).
    Ma a giudicare da quanto i tuoi sembrano scassarti la minchia penso ti vogliano bene!! almeno credo :)
    ciao
    OR

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    1. Ciao Ofelio.
      Se i mei genitori non mi avessero fatto fare alcun controllo per non spendere soldi ne sarei stata molto più felice, perché mi avrebbero privato di quelle visite loro malgrado. Invece è stata una loro scelta, non dettata dal denaro.
      So che tutti i genitori (a parte qualche eccezione, come sempre) vogliono bene ai propri figli. Ed è proprio per l'amore per i figli che dovrebbero farsi un esame di coscienza, mettere da parte il loro Ego di tuttologi e, se si presenta la necessità, chiedere info a chi veramente sa di cosa sta parlando.
      Mi dispiace molto per la terribile esperienza del tuo amico. Quando sento queste notizie mi verrebbe voglia di dare fuoco a tutti i lavoratori incapaci che rovinano il mondo. (Scrissi anche un articolo sui lavoratori incapaci!)
      Il tuo commento non è un noiosissimo pippone, ma la prova che qualcuno si interessa a ciò che scrivo. :-)

      Ciao,
      Bubà

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