martedì 17 novembre 2015

La proprietà transitiva della felicità

Tempo fa ho scritto l'articolo "Vogliamo cambiamenti? Cambiamo lenti", e ho pensato che tu potresti dirmi qualcosa tipo:
"La lentezza che mi proponi provocherebbe forse cambiamenti, sì, ma fra 100 o 200 anni, quando io non ci sarò più. Per cui cosa ci guadagno? Non mi interessa come sarà il mondo fra 200 anni, io voglio che sia il meno peggio possibile a partire da adesso."

Ti do 2 risposte:

1) Il meno peggio possibile è

mercoledì 9 settembre 2015

Deodoranti

Conversazione fra me e un mio amico:

Verde = Bubà
Blu = Amico

- In questo periodo mi devo lavare spesso i piedi.

- Allora mettici il deodorante. Secondo te esiste il deodorante per i piedi?

- Non credo. Però esiste il deodorante per le scarpe! Aspetta che lo vado a prendere.
[...]
Ecco! Mi sono spruzzato il deodorante da scarpe nei piedi.

- Perché lo hai fatto?! Lo dice anche il nome.. deodorante per scarpe! Non per i piedi!

-Beh. Allora, per rimediare, spruzzo il deodorante per le ascelle nelle scarpe.


martedì 1 settembre 2015

Il parente consigliere frustrato

Con questo articolo voglio essere vicina ai molti ragazzi e ragazze che, apparentemente senza averne colpa (almeno in questa vita), si trovano a convivere con una piaga umiliante e debilitante… perché solo chi ne è colpito capisce quanto è pesante doverla sopportare, se non si ha una precisa strategia per farlo.
Questa piaga è il parente consigliere frustrato, di seguito PCF.

Il PCF è un parente adulto che si lamenta perché i suoi consigli non vengono seguiti dal figlio / nipote / fratello minore.
Il PCF si riconosce perché non comprende due fatti. Uno è facile, e stranamente non compreso dal ragazzo, e uno difficilissimo, non compreso dal PCF, e quindi di sicuro irrisolvibile.

giovedì 23 luglio 2015

Servizi sociali, sveglia!

Cosa fanno i servizi sociali
Questo è un articolo che ricorda un po' un altro intitolato “Adulti omertosi”. Una delle differenze è che stavolta mi riferisco a delle istituzioni e non a delle persone singole.

La domanda di oggi è: cosa devono fare i genitori affinché i Servizi Sociali intervengano per togliere loro i figli? Li devono accoltellare? Si devono per forza fare di eroina e prostituire? Oppure intervengono un capellino prima?


Curiosa, ho fatto delle ricerche. Ho scoperto che i Servizi Sociali intervengono nei seguenti casi:

- problemi economici
- gravi contrasti fra genitori e figli (es. tradimento, violenza)
- gravi contrasti fra genitori e figli (percosse, violenza sessuale, e anche violenza psicologica, teoricamente…)
- problemi educativo-relazionali con i figli (es. il figlio non obbedisce al genitore e non lo riconosce per niente come autorità).


Quindi i Servizi Sociali non intervengono solo in caso di abusi sessuali o tentato omicidio.. Meno male. Però c’è un problema: se i genitori sono ben visti da parenti e amici, e se i figli per timore di essere picchiati o offesi da questi non dicono la verità a nessuno, chi interviene?

sabato 11 luglio 2015

Occhio al filtro


No, non questi filtri. Questi sono per attirare l'attenzione. E adesso che ci sei cascato, continua a leggere.

Mi piace pensare che stia passando di moda quel concetto new age del pensiero che modifica la realtà  tipo Maga Magò (sì, lo so che la Magò fa le magie cattive mentre la new age insegna l'amore universale, ma mi sta simpatica lei e ci siamo capiti). 
Per il lettore che non sa di cosa sto parlando: per certi versi sei fortunato. Ti spiego: ci sono persone che gliele danno secche col dire che facendo degli esercizi tipo meditazione/immaginazione si può influenzare il mondo esterno per avere quattrini, felicità in amore etc; la maggior parte di loro "insegnano" questa storia su Facebook, inviando varie foto o disegni con scritte sulla famosa Legge di Attrazione. Quanto a mettere in pratica nella vita reale, non so cosa facciano e ottengano; so solo che se chiedi spiegazioni su come funziona questa legge molti di loro non fanno altro che iniziare a parlare di fisica quantistica di cui, come me, non sanno nulla (solo che io ho fatto un timido tentativo su Wikipedia per vedere davvero di che si tratta).

Dicevo: mi piace pensare che questa moda new-age (su cui immagino ci sia qualcosa di vero, ma che come tutte le cose viene travisata e diffusa alla rinfusa) stia passando di moda. Magari lentamente, ma sta passando di moda. No? 
... Sigh. 

Se non adesso, fra 2-3 anni sì, dai. Non alimentate il mio pessimismo, che sono giovane.

venerdì 3 luglio 2015

Vogliamo cambiamenti? Cambiamo lenti

Ieri è morto Nicholas Winton, lo "Schindler britannico", che ai tempi dell'olocausto salvò 669 bambini ebrei dalla Cecoslovacchia occupata dai nazisti, organizzando il loro viaggio in treno verso il Regno Unito (e meritando, 50 anni dopo, questa bella sorpresa).

Stamattina il principe saudita Waaled Bin talal ha annunciato la sua decisione di donare in beneficenza il suo ricchissimo patrimonio: i suoi miliardi di dollari serviranno a finanziare enti per il dialogo interculturale, la ricerca medica, iniziative per i diritti delle donne e a far costruire impianti di energia elettrica in zone del terzo mondo dove non è mai arrivata.

martedì 23 giugno 2015

Empatia

Oggi voglio parlarti di empatia. Ma ti avverto che non ne parlerò bene.

Innanzitutto, ecco cosa significa "essere empatici": comprendere in modo immediato i sentimenti dell'altro e condividerli. Per cui, se tu sei empatico e vedi una persona triste, capisci immediatamente cosa prova e condividi la sua emozione, per cui diventi triste anche tu. Naturalmente questo vale per tutte le emozioni, sia positive che negative.

Qualche giorno fa un mio conoscente mi ha rivelato un suo problema. Io, come mio solito, gli ho detto cosa potrebbe fare per cambiare le cose in meglio. Lui però mi ha detto qualcosa simile a "Beh, comunque ho fatto male a dirtelo.. Cioè, io di solito non ti dico niente proprio perché non sei per niente empatica. Se ti dico un mio problema tu mi dai la soluzione invece che dire che ti dispiace".

Inizialmente mi ha fatto dubitare di come mi sono comportata fino ad ora..

lunedì 18 maggio 2015

Adulti omertosi

C'è un tema sociale che però non viene trattato dai sociologi. Non dagli psicologi. Non dagli opinionisti della domenica nella trash TV. Né dai blogger famosi, né da quelli di successo, né dai bimbiminchia che scrivono cretinate sul web. Da nessuno. Nessuno nessuno.
Ne parlo io allora. Perché questo tema esiste. È il tema dell'intervento di un adulto che cerca di aiutare un minorenne oppresso dai genitori.
No, non nei casi estremi, come il tentato omicidio, nei quali è troppo facile decidere cosa fare: denunciare il reato, e si sa che hai fatto il tuo. Mi riferisco ai casi di oppressione subdola, psicologica e un pochino fisica ma non troppo, quanto basta a non evidenziare un reato che possa essere beccato.
Quando si parla di maschi e femmine insieme la grammatica italiana vuole che si usi il maschile, ma dato che le femmine adolescenti sono infinitamente più vessate dai genitori rispetto ai maschi, parlerò al femminile. E per lo stesso motivo, farò riferimento a ragazze di un'età compresa tra i 14 e i 16 anni.

Il pensiero più comune è:
"Non devo intervenire sul fatto che quei genitori si comportano male con quel ragazza, perché è minorenne ed è giusto che le decisioni le prendano per lei i grandi. Sbagliano? Non intervengo lo stesso, perché è minorenne e le decisioni comunque spettano ai suoi genitori."
Ma fino a che punto?

martedì 14 aprile 2015

Come essere più sereni


"Non ce la faccio ad essere gioioso.. Ho troppi pensieri per la testa!"


Può capitarti di essere circondato da situazioni un po' (o un po' tanto) problematiche o stressanti.
Spesso però permetti a queste situazioni di essere il centro dei tuoi pensieri. Te li lasci sempre in testa, sempre lì con te.
E sei di cattivo umore. E sei stressato. E sei "giù".
Però, non ti rendi conto che lo hai deciso tu, di mettere queste situazioni spiacevoli al centro dei tuoi pensieri.

Sai.. Non è mica questo il modo che ti permette di vivere al meglio.

A cosa serve rattristarti o arrabbiarti per queste situazioni seccanti, mentre per esempio sei fuori a pappare la pizza con gli amici? A cosa serve lamentarti sempre del tuo raffreddore (tanto se ti lamenti non è che sparisce), del tuo brutto voto a scuola (se non hai studiato, è ciò che ti meriti), o del tuo compagno di lavoro che proprio non sopporti (fai come i matti che ammazzano per sciocchezze, oppure accetti che nel mondo ci sono molte persone che non ti stanno simpatiche)? Se sei a casa e cerchi di rilassarti, che senso ha stressarsi pensando a tutte le cose noiose che hai da fare nel pomeriggio?