domenica 30 aprile 2017

Testamento biologico, eutanasia

La prof di religione ci ha fatto discutere a gruppi sul testamento biologico.
Ci ha dettato delle domande a cui ogni gruppo doveva dare una sola risposta.
È giusto, non è giusto? Quali problematiche sorgono col testamento biologico? Non è forse uguale all'operato di Hitler contro i menomati?

Prima di tutto ecco la definizione di testamento biologico di Wikipedia:
"Una dichiarazione anticipata di trattamento (detta anche testamento biologico, o più variamente testamento di vita, direttive anticipate, volontà previe di trattamento) è l'espressione della volontà da parte di una persona (testatore), fornita in condizioni di lucidità mentale, in merito alle terapie che intende o non intende accettare nell'eventualità in cui dovesse trovarsi nella condizione di incapacità di esprimere il proprio diritto di acconsentire o non acconsentire alle cure proposte (consenso informato) per malattie o lesioni traumatiche cerebrali irreversibili o invalidanti, malattie che costringano a trattamenti permanenti con macchine o sistemi artificiali che impediscano una sia pur minima vita di relazione."

Durante la discussione sul giusto o non giusto, Hitler o non Hitler, mi sono fatta anche io un'idea. Eccola, con le risposte alle obiezioni più frequenti:

Un malato terminale ha il diritto di scegliere cosa fare della propria vita, ed è giusto che il nostro Paese ci offra questa opportunità.

Ma il malato, se assistito da persone amorevoli sarebbe tutto sommato felice. Il suo unico problema, unico vero motivo per il quale vuole morire, è che ad assisterli ci sono persone che manifestano vigorosamente il loro scoglionamento per questo compito. Basterebbe essere amorevoli e premurosi per non indurlo a chiedere l'eutanasia.

Secondo me non dici così perché lo pensi veramente. Dici così perché ti sto antipatica e hai voglia di farmi i dispetti.
Bubà, ma che stai a dì?
Faccio il tuo gioco: sei te il primo che ha iniziato a fare la lettura della mente.
Comunque...
Amore o non amore, in quella situazione è facile sentirsi un peso. E in ogni modo, non è che sia giusto ammazzare quel malato perché è un peso. È giusto ammazzarlo perché vuole essere ammazzato. I motivi della scelta di una persona su qualcosa che è suo e solo suo sono insindacabili. Puoi dargli un consiglio, invitarlo a riflettere, ma l’ultima parola è giusto che sia sua.

La vita è un dono, non possiamo essere artefici della nostra morte, è Dio che lo decide, non noi.*

La prima e unica cosa che mi verrebbe da dire è questa:


Ma faccio un bel respiro e, dato che ormai ho deciso di affrontare l'argomento, ti rispondo lo stesso.

Aaaunf.

Dunque: una religione non può essere un'argomentazione. Questo perché ognuno ha la sua religione e, se io do plausibilità al discorso che è Dio che decide quando dare e togliere a vita, ti rispondo "No, in verità il mio Dio mi ha ordinato di ammazzare tutti quelli che chiedono di essere ammazzati", oppure "Il mio Dio invece mi ha ordinato di ammazzare il cane del vicino che tifa per l'Inter".

Insomma, se tiri fuori la religione non vuoi discutere. Perché Dio parte dal presupposto di avere ragione, senza alcuna possibilità di cambiare idea, mica ne discute coi fedeli.
Quindi, ripeto, la discussione è impossibile e posso solo limitarmi a sperare che le persone come te scompaiano prima possibile. Ah, a proposito: se dovessi sparire con lento e forte dolore non dirmi che hai cambiato idea, perché io non voglio sapere nulla.
Scherzo, dai, ti ammazzo volentieri. Non sono bastarda come te.


Esistono gli antidolorifici e le cure palliative, per cui non c'è bisogno di ricorrere all'eutanasia.

Esistono le partite di calcio. Perché non usi quelle per limitare la libertà altrui, facendo qualche rissa coi tifosi? Proprio ai malati terminali devi togliere la libertà?

Ma ci sono persone che prendono questa decisione di pancia! E se poi se ne pentono?

La situazione nella quale il paziente si pente della sua scelta e non può comunicarlo ai medici accade solo nel caso in cui sia vigile ma non in grado di esprimersi. Quasi tutte le persone vigili possono muovere un dito o sbattere gli occhi per comunicare un "si" o un "no".
È vero, c’è la possibilità, pur minima, che si verifichino contemporaneamente tre cose che già prese singolarmente sono di per sé rare: una persona ha cambiato idea (cosa rara), l’ha cambiata proprio nel momento in cui sta per morire (cosa rara) ed è cosciente ma non in grado di esprimersi in nessun modo (cosa rarissima).
Ma non è giusto che per l’esistenza di una eventualità del genere debbano soffrire la stragrande maggioranza delle persone. Sarebbe come dire che siccome ogni tanto qualche innocente viene condannato al carcere, allora si devono abolire le carceri. O che siccome ogni tanto un automobilista muore per essersi scontrato con un albero, non si devono piantare alberi.
La soluzione è semplicemente che il notaio, quando fa firmare il testamento biologico, dia questo avvertimento: "Guarda che se poi sei vigile, cambi idea e non puoi esprimerlo, ti ammazzano lo stesso. Firma solo se accetti questa clausola, che serve per eventualità rare, ma non nulle."

Bubà, ma è una decisione troppo importante da prendere! Sei troppo superficiale!

Questa obiezione è incompleta. La decisione è troppo importante rispetto a cosa? Troppo importante, e quindi non devo prenderla io, e deve prenderla qualcun altro?
Se stranamente intendi dire che siccome è una decisione importante allora non dev’essere presa… Guarda che non prendere una decisione e far finta di niente è già di per sé una decisione, e cioè la decisione di far decidere agli altri.
Se, a proposito, intendi che la decisione dev’essere presa da qualcun altro… beh, questo è vero quando si parla di persone più esperte di me su un certo argomento. Ma la persona più esperta del mondo sul fatto che mi piaccia o no la vita che sto vivendo sono io.
Se intendi dire “troppo importante per esser presa in fretta”, ti rispondo che non ho mai parlato di fretta. Puoi rifletterci anche 1 settimana o 6 mesi, o quanto ti pare. Il momento in cui tu sei pronto per decidere lo decidi tu, così come il momento in cui io sono pronta per decidere lo decido io. Quanto tempo hai dedicato a prendere questa decisione fin ora? Zero, scommetto. Quindi superficiale non io, ma tu!

Va beh, tu capisci l’importanza di riflettere su questo tema prima di prendere una decisione, ma esistono persone che prendono le decisioni in fretta, di pancia. 

Poi, se una persona prende le decisioni di pancia, non ha assolutamente il diritto di togliere una libertà a tutti gli altri perché è demente. Sì, proprio come esistono persone che prendono decisioni superficiali per decidere se abortire. O sposarsi. O acquistare una casa. Perché dovrei pagare io per la loro imbecillità?

Inoltre, ho sentito dire a Radio Radicale e ho letto varie volte sul web che è presente negli ospedali l'eutanasia clandestina. Non so se è un fatto vero, ma non mi stupirei se lo fosse.
Ecco di cosa si tratta: il medico nota che la vita di un paziente consiste praticamente in una sola cosa: soffrire e aspettare di morire. Mosso da compassione, gli inietta un’alta dose di morfina, farmaco usato normalmente come antidolorifico, e che i caso di sovradosaggio provoca la morte in pochi minuti, poiché come effetto collaterale a respirazione si riduce o cessa completamente. Ovvio, per tutelarsi legalmente non dirà che gli ha iniettato una dose letale di morfina. Dirà che il paziente “non ha retto la dose”.
È illegale, ma si fa.
Welcome to Italy, dove l'unico modo per usare il buon senso è comportarsi in maniera illegale negando tutto a telecamere accese.

3 commenti:

  1. ci sono modi e modi di lasciare il corpo materiale, x esperienza so che la malattia terminale non è di per se da combattere ricorrendo all'eutanasia, che anticipa solo la morte naturale, ma è possibile attendere il momento finale in coscienza, circondato dall'amore di persone care, saggi, vibrazioni spirituali e vivere l'istante della morte come un opportunità di balzo verso vette e dimensioni superiori di coscienza senza dover anticipare niente (anche se i dolori sono molto intensi). tutt'altro discorso che chi è bloccato nel corpo e non sta x morire ma solo intrappolato ma con la coscienza sveglia, una sofferenza atroce sulla quale non mi esprimo e non so cosa sia giusto davvero

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    1. Non ho mica capito benissimo.
      "La malattia terminale non è di per sé da [...]" cosa significa? Una cosa tipo "non è naturale ricorrere all'eutanasia", "non si deve assolutamente ricorrere all'eutanasia", o che altro?

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  2. dico che in un processo terminale irreversibile, che sai più o meno quanto tempo hai a disposizione ancora sulla terra, sarebbe a mio giudizio insensato ricorrere all'eutanasia (pur con tutti i dolori fisici del caso) visto che a quel punto è la coscienza il vero problema, la coscienza\consapevolezza con la quale ti vivrai quel passaggio, visto che il corpo-macchina non si può più riaggiustare. la scienza non può dimostrare l'inesistenza dell'anima, di un Se spirituale eterno (che saremmo noi individui) che non muore quando il corpo muore. come non può dimostrare con mezzi empirici e osservabili con i nostri sensi che esista (e comunque a questo proposito, tanto per dibattere, esistono oramai innumerevoli studi pro e contro sulle esperienze di pre-morte, Near Death Expierence, interessanti fenomeni che oramai la letteratura scientifica ne registra a migliaia da tutte le parti del mondo, casi x chi li ha vissuti e raccontati che, x chi ha un piglio puramente pragmatico,razionale e scientifico alla vita ,stimolano sicuramente curiosità). tutti questi temi sul fine vita, eutanasia ecc, espianto degli organi, NDE, sono sicuramente collegati al progresso e allo sviluppo tecnologico nel campo medico e scientifico, ovvero se una volta al primo ictus o infarto o incidente te ne andavi , con le moderne tecniche di rianimazione è ora possibile strappare alla morte molte più persone e chi non ritorna bello lucido, lo si tiene li a vegetare sospeso a metà tra la vita e la morte...,tematiche che affrontiamo noi ora cittadini del 3 millennio. bè si si può tenere in vita un corpo artificialmente x un qualche lasso di tempo, ma ci si dimentica dell'individuo\cosciente e coscienza che lo abita intrappolato al suo interno, per cui ne deduco che l'eutanasia diventa uno strumento liberatorio e liberante x determinate persone intrappolate ma coscienti e capaci di comunicare in qualche modo. chi non si può esprimere e non ha lasciato testamento in precedenza ,bè.. quello è un casino, ma se percepisce ancora qualcosa in fondo in fondo vorrebbe uscire da quella galera ma l'odierna medicina non distinguendo più tra il passeggero e il suo veicolo facendone un tutt'uno, logicamente preferisce prolungare la 'vita' di un corpo comunque oramai irrecuperabile e aumentare il calvario di chi vi abita dentro. io solo non capisco chi decide di suicidarsi quando comunque sa di doversene andare, solo la paura di soffrire troppo il dolore fisico credo, allora preferiscono dotarsi di strumenti x andarsene più dolcemente, ma psichicamente, coscientemente, spiritualmente sperimentano la stessa dolcezza o si trasloca con l'acqua torbida? c'è un episodio legato al grande regista Monicelli, che oramai vecchio e ammalato nei suoi ultimi, oramai avvisato clinicamente della terminalità dei suoi respiri, se ne va ne di vecchiaia (ultra novantenne) ne di malattia (cancro alla prostata), macché, in una notte, così, prende e si butta dalla finestra. ecco questa uscita di scena mi stupì e affascinò non poco, facendomi rivalutare il senso di decidere per se fino alla fine. ma ben altre tematiche verranno poste al senso comune più che la società dei disumani avanza e la tecnologia progredisce/regredisce, queste sono solo una manciata di temi etici posti in discussione, arriveranno a breve: ibernazione, clonazione, trapianto organi animale-umano, sexy dolls for wedding, microchip, ogm, identità razziali, uomini gravidi ecc ecc ecc

    resto sempre del principio che val + un cuore puro e un cazzo dritto, d'ogni pensiero debole, piagnone, contro, insoddisfatto di se, insoddisfatto

    pace e bene

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